No, non c’è stato solo il giorno 1 a Sorrento, quello del mio primo post di questo viaggio. Ne sono seguiti altri dieci, intensi, stancanti, di lavoro duro, a fare foto in alberghi e strutture turistiche fra Sorrento e la Costiera Amalfitana: Positano, Ravello. E proprio per questo ho avuto meno tempo per tenermi al passo con il mio blog. Anche perché, oltre alla fatica normale del lavoro, da queste parti si aggiunge quella della logistica, con gli spostamenti che non sono per niente semplici. Palleggiarsi fra le strade della Penisola Sorrentina e della Costiera come ho fatto in queste settimane non è per niente semplice: strade strette, trafficate (ma panoramicissime), pullman che si incastrano… il tutto rende percorrere anche pochi chilometri un’impresa. Per non parlare dei parcheggi, le cui tariffe variano di volta in volta a seconda dell’albergo da cui provieni. O delle distanze di Positano che non vengono espresse in metri ma in scalini: “Vuol arrivare lì? Semplice, saranno 300 gradini. Come si arriva di là? 700 scalini”. Argh!
Ma, come dico spesso da queste parti quando arrivo con la lingua di fuori dopo aver trasportato la pesante attrezzatura fotografica per 400 scalini, “beh, il paradiso bisogna pur conquistarselo”. E se ci fossero autostrade e parcheggi enormi, la poesia se ne andrebbe. E in effetti è così: il premio per tanta fatica è quello di arrivare in alcuni dei posti più belli del mondo. Una prova? Basta guardare cosa si vede dai Giardini Dei Sensi, un piccolo b&b sulla collina sopra Positano: è impossibile parcheggiare vicino, ci si deve arrampicare per non so quanti scalini. Ma il panorama che si apre dalla terrazza (quello della foto qui sopra) stordisce. Definire certe viste con un aggettivo significherebbe banalizzarle, sminuirle. Bisogna guardarle e basta. E riguardarle ancora, con un occhio diverso, con una luce diversa in un altro momento della giornata. Persino con la pioggia, come – ahimè – è successo spesso in questi giorni. Se ci si accontenta di un’occhiata superficiale, si rischia di fare come i tanti – troppi – che arrivano su una delle terrazze degli hotel, guardano il mare, sparano un “amazing”, si fanno un selfie e poi via, in vestiti dall’eleganza un po’ plasticosa a gustarsi pasta alle vongole insieme al cappuccino nei ristorantini con il mandolino.
A questo giro ho fotografato quello che è uno degli alberghi più lussuosi del mondo, il Belmond Caruso di Ravello: la sua piscina con il bordo che si perde verso l’orizzonte del mare, là, trecento metri più in basso (sì, lo so, bisognerebbe dire “infinity pool”, ma insomma, un po’ di orgoglio della lingua italiana…) è stata definita la più bella del mondo. Ed è così. Con questa foto panoramica a 360° che ho scattato qua ci si rende conto meglio della sua bellezza e di quanto sia bello anche il paesaggio intorno, con le frazioni di Ravello e le case bianche sulle colline verdi. Una vista che mi rimarrà impressa. Insieme al sapore della pizza che ho mangiato qua a bordo piscina con Costanza, mia moglie: una lievitazione di due giorni, un sapore che ci sogneremo la notte, a lungo.
Ma molti altri degli hotel che ho fotografato in questo giro hanno delle viste pazzesche. Come il Villa Franca, a Positano, un boutique hotel di lusso proprio in cima alla “piramide”, la forma che sembra avere Positano a chi guardi il paese dalla spiaggia.
O come il Francischiello di Massa Lubrense, proprio davanti all’isola di Capri che, da qui, si vede per intero.
Ah, dimenticavo: a questo giro ho portato con me anche la mia vecchia Rolleiflex: ho scattato un paio di rulli. Ne riparliamo quando saranno sviluppati!